Questo non è un vero e proprio articolo. E’ una curiosa leggenda che ho trovato in un libro: Guida alla Calabria misteriosa, di Giulio Palange (Rubbettino 2010).
Ma torniamo alla leggenda. Essa è ambientata nel periodo
degli scontri tra aragonesi e angioini per il predominio del Regno di Napoli.
In questo contesto storico, pare che “ S.Agata del Bianco, schierata con la
corona di Spagna, venne assediata da consistenti forze nemiche. I santagatini
resistettero a lungo gagliardamente, ma quando i viveri cominciarono a scarseggiare,
pensarono di arrendersi; però prima d’alzare bandiera bianca, vollero giocare
la carta della furbata: per più giorni raccolsero il latte dal seno di puerpere
e balie, e , quando ne ebbero raccolto un bel po’, fecero palle di ricotta con
le quali bombardarono l’accampamento nemico”.
Gli angioini, sbigottiti per l’inusuale bersagliamento,
pensarono che se “gli assediati si prendevano quel lusso” potevano anche finire le munizioni ma avevano
cibo e bestiame per resistere rinchiusi in paese ancora a lungo. Una resa per
fame, dunque, “almeno nell’immediato non era ipotizzabile”. E siccome gli angioini non volevano stare per
anni sotto le mura di quel borgo barricato e superare, quindi, “il record dei
greci a Troia”, decisero di levare le tende e andarsene. S.Agata era salva!
Ora, io non so se questa leggenda ha un suo principio di
veridicità. A leggere la “Memoria dei
luoghi antichi e moderni del circondario” di Vincenzo Tedesco (1856) pare che
S.Agata sia stata fondata dopo il terremoto del 1349. L’Europa
era contaminata dalla peste nera e la sede del Papato (Clemente VI viene eletto
proprio nel 1349) era ad Avignone e non a Roma.
La fondazione di S.Agata, quindi, è successiva al conflitto tra angioini e aragonesi che si risolse
con la pace di Caltabellotta (1302) ma posteriore ai nuovi scontri che si conclusero con l’entrata
trionfale a Napoli (1443) di Alfonso il Magnanimo che unificava il Regno di Napoli,
e quindi anche la Calabria, al Regno di Sicilia (il cosiddetto Regno delle Due
Sicilie)
Una cosa però è certa.
Al di là del periodo storico e dell’attendibilità dell’assedio,
per farla franca, solo una mente santagatese poteva escogitare un simile
stratagemma.
DOMENICO STRANIERI
Nessun commento:
Posta un commento