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domenica 6 maggio 2012

IL "RITORNO" DEI DIAVOLI ROSSI

Da LA RIVIERA del 6 maggio 2012

Vi era un tempo in cui era difficile per chi praticava il calcio avere i calzettoni. Si giocava con scarpette che spesso erano consumatissime ed una maglietta durava quasi una vita. Erano tempi “eroici”, poiché molte partite vengono tuttora narrate come si faceva anticamente con le battaglie. E non solo per quella forza della giovinezza che sembrava incontrastabile. Ma per il pathos, il coraggio, l'entusiasmo, la determinazione ed il ruolo che, a volte, assumevano fortuna e astuzia. Per i calciatori di Sant'Agata, Caraffa del Bianco e Casignana vi era, poi, una squadra leggendaria, di cui si riportano episodi e personaggi. 

La squadra era di Locri, veniva allenata da Vittorio Spadaro ed il suo nome era "Diavoli Rossi". Nei nostri paesi, tutt'oggi, molti ragazzi sentono parlare dei Diavoli Rossi e dei fratelli Spadaro, poiché accanto a Vittorio non mancavano mai Nino, Paolo e Fortunato. Parecchi ricordano che era addirittura il padre Antonio, con una Fiat Bianchina, a recarsi frequentemente nei paesini dell'entroterra jonico per accompagnare i giovani calciatori/studenti al campo di calcio. Insomma, una squadra gestita come una famiglia tanto che, pure adesso, Vittorio sa tutto dei suoi ex calciatori. 


Lo abbiamo sperimentato proprio qualche sera addietro quando, i fratelli Spadaro, in compagnia dell'amico Pino Filastro, hanno ritrovato, in una particolare cena, Enzo Strati, i fratelli Peppe ed Enzo Stranieri, Saverino Bartolo e Rosario Scarfone. Tutti hanno giocato nei Diavoli Rossi ed ognuno aveva una certa luce negli occhi, l'intensità di un lampo, ascoltando i ricordi di Vittorio, la potenza della sua narrazione che annulla il tempo e fa rivivere mentalmente le partite come se fossero state giocate ieri. E poi la precisione nel descrivere le azioni (centinaia), episodi, aneddoti, parole, atmosfere, profumi, gioie e sconfitte. 

Un vero e proprio viaggio dentro il ritmo e la bellezza di un'epoca. Un racconto unico che accomuna intere generazioni di ragazzi che attraverso il calcio si sono incontrati ed hanno stretto amicizie che perdurano da decenni. Può, dunque, questa storia che inizia 40 anni addietro, ma che è impressa in modo indelebile nel cuore di Vittorio, rappresentare una lezione di sport ma soprattutto di vita per i giovani di oggi? Io penso di si. Tanto che mi piace rammentare come, a cena ultimata, con una spontaneità quasi poetica, Vittorio si è rivolto a tutti dicendo: “anche se siete sposati e siete dei seri professionisti, per me rimarrete sempre i miei ragazzi! ”.

DOMENICO STRANIERI



Sopra, una foto dei Diavoli Rossi del maggio 1969 (in piedi, partendo da destra, il terzo è Giuseppe Stranieri, mio padre, il quarto è Enzo Strati).



Campo di Gerace, 1.11.1968




Sopra, da sinistra, Stranieri-Strati-Minnici



2012






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