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martedì 28 agosto 2012

Intervista a ROBERTO VECCHIONI

INCONTRO CON ROBERTO VECCHIONI, 
TRA MUSICA E POESIA

da LA RIVIERA del 28 agosto 2012



Abbiamo incontrato Roberto Vecchioni a Casignana, in occasione del concerto del 17 agosto 2012, ed abbiamo subito constatato che è quasi impossibile avvicinarsi a lui e non parlare di poesia. Difatti..

Roberto, con questo nuovo Tour estivo festeggi 40 anni di carriera. Un poeta a te caro, Fernando Pessoa, sosteneva che “l’arte è la confessione che la vita non ci basta”. Ripensando, appunto, alla tua carriera, è stato così anche per te? 
Si, assolutamente si, ma io credo che sia così per tutti, poiché tutti abbiamo un senso artistico, chi più chi meno, ed è quello a cui ci rivolgiamo quando non ci basta la realtà. Per questo, per noi, è una salvezza la poesia, il senso dell’arte, la bellezza delle cose, la bellezza di una donna o di un uomo e l’amore. Sono le cose che fanno da contraltare al “tram tram” quotidiano. Ha ragione Pessoa, dunque, ma abbiamo ragione tutti a pensare che non possiamo vivere solo di materia ma anche di spirito.

Vi sono cantautori considerati dei poeti. Possiamo, quindi, affermare definitivamente che la canzone ha una valenza poetica e può essere pensata come testo letterario anche a scuola? 
Credo proprio di si. Io mi batto da tanti anni per questa ragione. La poesia non è solo quella scritta, con parole a volte difficili e incomprensibili. Certo la poesia è importante, lo è sempre stata. La poesia in musica, però, è di un altro tipo ma è altrettanto poesia. Basta pensare che grande poeta è stato De Andrè. Anche oggi abbiamo grandi poeti, da Guccini a Conte ma anche tra i cantanti rap. Sono quegli artisti che emozionano maggiormente la gente, i ragazzi. Ecco, il fondamento della poesia è emozionare aldilà dell’imbecillità, emozionare con delle idee. Ed io credo che molte canzoni, non tutte, che si scrivono in Italia vanno verso questo senso.

L’Amministrazione di Casignana ti ha voluto fortemente  perché  crede che anche attraverso la cultura passa il riscatto del Sud. Sei d’accordo? 
Il riscatto del Sud passa attraverso la cultura ma anche attraverso tante altre cose. Passa attraverso la politica, l’economia, la credibilità, l’affidabilità che il cosiddetto Nord deve dare al Sud. Anzi, ti dirò una cosa addirittura assurda. La cultura è la cosa meno importante perché il Sud è già molto più colto del Nord, perché nasce dalla Magna Grecia e per tanti altri motivi. Il problema è tecnico, scientifico, meccanico, economico, ed è per queste cose che bisogna battersi.
Parliamo della tua partecipazione a Sanremo 2011. Pensavi di vincere il Festival? 
Si, l’ho sempre pensato. Adesso ti sembrerò esageratamente superbo. Ma quando la canzone è nata nella mia mente, ho considerato subito che poteva vincere Sanremo. Altrimenti, senza questa speranza, non ci sarei andato. Perché mi sembrava inutile una partecipazione. Quella canzone, invece, era un segnale. Ovvero che possono esistere anche in un Festival di canzonette delle cose che fanno pensare.

Una curiosità di questi giorni. E’ vero che sarai uno dei professori nella nuova edizione di Amici? Non lo so ancora. Questa è una notizia uscita in internet senza che io abbia mai rilasciato un’intervista del genere. E’un’idea, ho delle trattative, ma finché non avrò una situazione precisa, un contratto, non posso dire nulla.
Ne “ Il libraio di Selinunte”, tu dici che “tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto”. Dunque, la pensi come Evtušenko quando sostiene che “c'è inesorabile una legge: avrà il dono dell'amore divino chi non è corrisposto in amore”? 
La citazione di Evtušenko, questo grande e meraviglioso poeta russo, è a pennello, è  perfetta. L’amore corrisposto è forte ma almeno ha un elemento, ha un aiuto. L’amore non corrisposto, invece, è una cosa che puoi tenerti tutta la vita, ti dà un dolore ed uno strazio spaventoso. E questo strazio lo viviamo tutti gli uomini perché non sappiamo dove siamo, chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo. Allora riuniamo tutte le nostre idee, le nostre interpretazioni della vita, per presentarli a Dio quando saremo davanti a lui per dirgli: “ammazza quanto ci hai fatto soffrire, non ti permetterai mica di mandarci all’inferno?”.
Anche riferendoci ai testi delle tue canzoni,  ci piace chiudere ancora con un frammento di Pessoa, il quale sosteneva che “un solo verso bello ha reso i cieli e la terra più ricchi e più emotivamente misterioso il fatto che esistano stelle e gente”. 
Bhé, io dico grazie a Pessoa. Perché un poeta che riesce addirittura a capire i pensieri delle stelle ha ragione lui. “Cosa ci fanno le stelle in cielo…” lo aveva pensato Leopardi per primo. D’altronde Pessoa è il corrispettivo di Leopardi nel ‘900, con questa angoscia, questo dramma della vita, la paura che le cose non servano a niente. Però ci ha insegnato tanto, tantissimo, anche dal dolore.





"Samarcanda" a Casignana


"Luci a S.Siro" a Casignana