Le lacrime del Bambinello e le infinite "tesi" di questi giorni
Da LA RIVIERA del 15/07/2014
Da LA RIVIERA del 15/07/2014
Mentre scrivo, ancora non si conoscono i risultati delle analisi
del liquido inviato, giorno 6 luglio, al Ris di Messina. Forse anche per questo
le “tesi” riguardanti le lacrime del Gesù Bambino de “la Madonna della
Tenerezza”, a Caraffa del Bianco, si moltiplicano. Le
ultime convinzioni, addirittura, tendono a smentire l’esito delle analisi (ancora sconosciuto) e presumono che “sicuramente
non sarà detta la verità”. Nel frattempo, sempre per quanto concerne il
riscontro del Ris, ogni giorno riceviamo la stessa risposta : “forse domani! ”.
Può darsi che perfino la lunga attesa snaturi il senso delle cose ma, accanto
ai credenti che non hanno dubbi, ci sono non solo i seguaci di Odifreddi
(ovvero gli “impertinenti” neo-illuministi che se la ridono della fede altrui)
ma anche i paladini di un particolare empiriocriticismo: ovvero coloro che
contestano le analisi prima di conoscere il risultato.
Intanto la Madonna con
il suo volto rassicurante è sempre lì ferma; un colore rosso scuro riga tuttora
il volto del Gesù Bambino e la gente sosta proprio nel punto ove la vallata
appare più suggestiva.
Si è pure ipotizzata una reazione chimica dovuta al
caldo, poiché la scultura è stata inaugurata soltanto a dicembre ed il sole
colpisce per tutto il pomeriggio la “guancia lacrimante”. Ma guai a
dire simili “eresie”. Qualcuno potrebbe arrabbiarsi. E visto che “ non si
scherza con i santi” , diciamo che è più
consigliabile “riflettere tacendo, invece di dire stupidaggini”. Sempre tra i fedeli, ci sono pareri diversi anche riguardo l’accezione
del pianto. Per alcuni è un avviso negativo (terremoti, disgrazie ecc..) per
altri una fiduciosa previsione (le lacrime sono il segno più vivo della
presenza celeste).
E se si è arrivati a riconoscere in tutto questo finanche “un
senso politico”, i giovani, invece, si
radunano ogni sera sotto la statua vivendo quasi con silenzioso rispetto quello
che, per un piccolo paese, rappresenta la “variante” di un tempo sempre uguale.
Sicuramente, qualche giornale ha esagerato, nelle ventiquattrore seguenti
l’episodio, scrivendo che la gente “grida al miracolo”. Certo, vi era chi pregava,
qualcuno era turbato, ma in generale, all’inizio,
non c’è stato un vero e proprio moto d’animo collettivo e tutti hanno reagito
con compostezza.
Ora, quando si incontra qualcuno in giro, la domanda è sempre
la stessa: “tu chi dici pà Madonna?”. Ci fosse un Blaise Pascal avrebbe senz'altro
scommesso che quello di Caraffa è un pianto soprannaturale. “Tanto - avrebbe motivato – in questa, come nella
scommessa sull’esistenza di Dio, se si vince si vince tutto, se si perde non si
perde niente”. Ma le lacrime del 2012 sono un problema molto più antico, ed il thauma (lo stupore attonito, la
“meraviglia” di fronte all’imprevedibile) che ancora pervade gli occhi degli
uomini ci impedirà, anche dopo l’esito delle analisi, di percepire allo stesso
modo una casualità o un “fiato divino”. E forse il bello è proprio questo!