STRUMENTI PER CRITICARE IL PRESENTE
La vittoria di una
studentessa del Liceo “F. La Cava” di Bovalino (Naomi Romeo, nella foto a sinistra) alle Olimpiadi regionali di
lingue e civiltà classiche ci porta a ragionare sulla modernità degli studi
classici in una terra come la nostra dove, in alcune zone, si parla ancora la
lingua greca.
Foto del mensile IN ASPROMONTE di maggio 2015 |
Il Petrarca si affrettò a spiegare al giovane sia i pericoli di
un viaggio così lungo e sia “quanto scarso vantaggio ai suoi studi potesse
offrire la decadenza in cui versava allora l’Oriente greco”.
Pertanto, “gli
consigliò di recarsi, anziché a Costantinopoli, nella Calabria che era più
facile da raggiungere e dove allora lo studio del greco era in pieno fervore”.
Dopo aver ricordato che lo stesso Petrarca doveva la sua conoscenza della
lingua greca “all’incontro fortuito col monaco calabrese Barlaam di Seminara,
che aveva conosciuto nel 1342 ad Avignone”, Rohlfs elenca i nomi di dodici
villaggi greci di cui “cinque hanno perduto la lingua greca nel corso del
secolo scorso”. La diminuzione del territorio di lingua greca (che “almeno fino
al secolo XVI racchiudeva una popolazione greca compatta” intorno al massiccio
aspromontano e “si estendeva dal Capo Spartivento a sud-est attraverso le gole
dell’Amendolea, del fiume S.Agata, del Calopinace e del Gallico fino a Seminara
e ad Oppido”) ci deve far riflettere sul fatto scontato (ma non troppo) che la
cultura, se non si difende, scompare.
Se è vero che, per Rohlfs,
le nostre isole linguistiche risalgono direttamente alla colonizzazione della
Magna Grecia, col tempo si rischia di avere un territorio che continueremo a definire
con vanteria Magna Grecia ma dove non si parlerà più greco, poiché la nostra
storia, e gran parte del patrimonio archeologico e culturale, entreranno definitivamente
a far parte degli elenchi delle civiltà perdute.
Di certo, i politici italiani
non ci rincuorano, soprattutto quando dichiarano che “con la cultura non si
mangia”. Ed intanto non solo studi scientifici dimostrano che “per
ogni euro investito nel settore culturale l’impatto (diretto, indiretto e
indotto) sul sistema economico è di 2,49 euro” (Studio della European House –
Ambrosetti), ma, i nostri reperti trafugati all’estero diventano
un’immensa fonte di guadagno (per gli altri). L’Italia, difatti, è il paese
occidentale che negli ultimi secoli ha subito il più grande saccheggio di ritrovamenti
archeologici. Recentemente la trasmissione televisiva Petrolio si è occupata di questo problema spiegando, tra le tante
cose, in che modo al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen i resti di un
carro etrusco, sottratto furtivamente, rappresenti l’attrazione principale per
i visitatori del Museo.
Anche per questo scuola
e cultura devono stimolare la cognizione di un pensiero moderno che non sarà
fertilizzato soltanto dalla tecnologia e dal web, ma sarà capace di progettare
partendo dalla nostra identità e dalle nostre radici.
Dal mensile IN ASPROMONTE di maggio 2015 |
Il dibattito
dell’Espresso, che aveva coinvolto alcuni tra più importanti intellettuali
italiani, si era sviluppato a causa della sensibile diminuzione delle
iscrizioni al liceo classico. Nel nostro territorio non si hanno ancora dei
dati regolari che certificano un persistente calo degli iscritti. Il liceo “Ivo
Oliveti” di Locri, ad esempio, il prossimo anno avrà 88 iscritti contro i 70
del 2014/15 e i 98 del 2013/2014. Un andamento simile riguarda pure il liceo
“La Cava” di Bovalino con un aumento di 10 iscritti verificatosi lo scorso anno
e un nuovo lieve abbassamento che riguarderà l’anno scolastico 2015/16.
Insomma da noi
l’attrazione per la cultura classica, in un certo senso, resiste, ma di sicuro ha
ragione Luciano Canfora quando dice che la storia fa paura ai conservatori
perché dà strumenti per criticare il presente.
Significativo, in tal senso, è
il libro Fahrenheit
451, scritto da Ray Bradbury nel 1953. Il protagonista, Montag, si unisce ad
una comunità segreta per difendersi dal livellamento culturale, acritico, della
popolazione che assorbe, senza reagire, programmi interattivi trasmessi di
continuo (che sono l’unica fonte di istruzione permessa dal governo). I libri
vengono bruciati dai pompieri, distrutti per decreto. I membri della setta
segreta, quindi, imparano ognuno un libro a memoria (Omero, Virgilio ecc..). E
sarà proprio la memoria di questi testi, in un futuro inquietante e senza luce,
la sola speranza per riconsegnare delle risorse mentali ad un genere umano passivo
e sconfitto.
DOMENICO STRANIERI
Nessun commento:
Posta un commento