In un libro dal titolo “La
leggibilità del mondo” il filosofo tedesco Hans Blumenberg ha provato a
“sillabare la realtà come se essa fosse esposta in un libro aperto”. Non
un’interpretazione del mondo ma una sua lettura che tiene conto
“dell’indebolimento dell’autenticità dell’esperienza”.
Ho ripensato a questo libro apprendendo
che è stato presentato un video di promozione turistica della Costa dei
Gelsomini, un “tentativo di ripartenza” (come lo ha definitivo Klaus
Davi). Nulla da dire al massmediologo che, giustamente, prova a scuotere
l’immobilismo di testa e sguardo di molti di noi proponendo un’immagine
“diversa” della Calabria.
E se per un video di 2 min. molti
restano a bocca aperta come se arrivassero direttamente da una sorta di “età di
mezzo”, questo mi fa riflettere sul nostro abituale, sconsolante,
atteggiamento.
Tempo fa, in una circostanza quasi
simile, scrissi che “la Calabria è una regione che si accorge di essere bella
perché ne parla, in un pezzo, il giornale francese Le Monde o
perché il New York Times l’ha inserita fra i 52 posti al mondo da visitare nel
2017”.
Ancora oggi è così: siamo come “un popolo intero di nati ciechi, tra i
quali giunge uno straniero che, unico veggente in tutto il paese, per la prima
volta rende accessibile agli abitanti la loro realtà”.
Anche perché i nostri artisti nemmeno li conosciamo e gli scrittori,
probabilmente, sono troppo “nostri”, hanno nomi poco “eccentrici” (quanto basta
per essere citati e non letti), segnalano parecchi mali, ci dicono che la
rivoluzione, la forza per risollevarci, deve nascere dentro di noi perché non
verrà mai nessuno da fuori a salvarci.
E per trovare questa forza non basta ripetere 200 volte la parola
“sinergia” in ogni convegno (proviamo qualche volta a parlare anche di
“intelligenza di sistema”).
Il cosiddetto “turismo culturale”, poi, non è un semplice elenco di
bellezze e monumenti, ma il risultato di un certo modo di ripensare agli elementi
distintivi della nostra identità, alle risorse che vanno organizzate e gestite. Seguire l’esempio di Matera, o di altri luoghi, presuppone la capacità di
progettare e avere una visione di futuro. Occorre costruire una vera narrazione
che trasformi il patrimonio culturale e naturalistico in esperienza evocativa
legata al territorio.
Il riscatto della Locride, in questo mondo, non conosce altre scorciatoie.
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